venerdì 10 aprile 2009

mi piace

mi piace fumare fuori al balcone.

il mio balcone è pieno di piante. ho una pianta di basilico e una di menta: basilico da città, menta da città.
il mio balcone non ha panorama. vedo un palazzo, il tetto, le antenne della tv, uno scorcio dei Camaldoli.
che cazzo vivo a fare a Napoli se non vedo il mare?
ho una Lucky Strike del sabato sera. è storta. quando hai una sigaretta storta c'è sempre lo scemo di turno che dice "come Gighen l'amico di Lupin hihihi", con quel sorrisino fiero. come se solo lui l'avesse potuto pensare.
ci sono battutine che fanno tutti, ma ognuno crede di averle inventate, di avere il copyright. "l'ho inventata io" è una delle frasi più diffuse al mondo dopo la Coca Cola e "MAMMT".
la verità è che viviamo in un mondo di copyright.

ho acceso la mia storta Lucky Strike da città, come Gighen. le ho dato vita col mio nuovo accendino coi gatti. mi sono trovato a casa questo accendino coi gattini, orribile. non so da dove sia sbucato, ma so che odio i gatti. non so da dove sia sbucato, ma non voglio fare il donnaiolo. sono solo un ubriacone che frequenta persone prive del senso dell'estetica e di buon gusto.
mi piace dividere la sigaretta con il vento. alla fine la butto giù, dall'ottavo piano, senza curarmi di nulla, sperando di colpire un uomo calvo che si trova a passare lì per caso.

una volta ero ad Amalfi, ospite da mio cugino Ciro. Ciro è il re delle figure di merda, il guru degli aneddoti. stavamo sul molo con i suoi amici, quando Mosè sputò giù e prese in pieno la pelata di un uomo sulla cinquantina. chiamare un figlio "Mosè" è una crudeltà: è normale che poi finisce a sputare in testa alla gente.
il calvo furioso venne verso di noi, incazzatissimo, con la faccia color capocchia. urlò "chi è stato?". una dozzina di ragazzini si girò verso mio cugino senza motivo, con una coordinazione che neanche il nuoto sincronizzato.
"LUI!"
Ciro prese un paio di schiaffi e iniziò a frignare. "ti faccio sparare! ti faccio uccidere!". il pelato se ne andò come se niente fosse, tra le risa di tutti.

mi piace giocare coi luoghi comuni.
le femmine sono zoccole, i maschi sono stronzi, i chiattoni sono simpatici, i neonati sono tutti belli.
che stronzate. e c'è chi ci crede.
la verità è che viviamo in un mondo di luoghi comuni e di copyright.
"i negri sono scemi e hanno il pene enorme. hihihi l'ho inventata io!"
la verità è che le zoccole sono tutte femmine, gli stronzi sono tutti maschi e gli zoccoli si indossano. e non le ho inventate io.
però i neri ce l'hanno davvero enorme.

ho finito di leggere il mio primo libro di Bukowski, Post Office.
mi piace come scrive.
mi piace la sua volgarità, perché la usa bene.
la verità è che bisogna usare bene.
la casa a Napoli, il cazzo, i soldi, i mozziconi dall'ottavo piano, le parole. se non li sai usare non valgono nulla.
credo di essere molto simile a lui, se non fosse che sa scrivere, piace alle donne e non usa quel tremendo accendino con quei gatti di merda.
forse mi piace credere di somigliargli.
la verità è che viviamo in un mondo di modelli.
io non so scrivere.
non so coniugare i verbi, uso sempre gli stessi termini. diciamo che parlo come mangio. come un maiale.
però mi piace credere di somigliare a Bukowski.

mi piace immaginarlo mentre fuma fuori al mio balcone.
mi piace immaginarlo mentre sputa in testa ai pelati.

mi piace immaginarlo mentre gioca coi luoghi comuni.
sicuramente direbbe qualcosa come "le donne sono tutte belle, mentre lo prendono in bocca."

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1 commento:

  1. durante l'infanzia anche io ero solito sputare dal balcone, è una cosa che fanno tutti ma l'ho inventata io

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