martedì 12 maggio 2009

ah, Paris Hilton!!



finalmente è domenica.
si chiude un'intensa settimana passata a non fare un cazzo. ore e ore e ore a fissare il profilo di facebook, come quelle immagini che poi ti giri e vedi Gesù nel muro.
facebook è il paradiso dei pigri. ci sta plasmando tutti a immagine e somiglianza di una lattuga, ma non è Dio.
i test di facebook, opera di deficienti con la terza elementare, sbagliano sempre; non ci conoscono come Dio, che ci ha sputati in faccia ancor prima di cominciare.
e poi non credo che Dio sia una lattuga con la barba.

perché immaginiamo sempre Dio con la barba?

finalmente è domenica.
si chiude un'intensa settimana passata a non fare un cazzo. se fossi ebete farei un gruppo su facebook "quelli che non fanno un cazzo", ma poi avrei fatto qualcosa e quindi dovrei creare un gruppo "quelli che l'incoerenza", ma poi sarei stato coerente e sarei entrato in un tunnel di contraddizioni virtuali e congiuntivi/condizionali sbagliati da cui difficilmente sarei uscito.

l'altro giorno ero con Marco e Marco. ometto i cognomi per una questione di privacy e per creare confusione. Marco mi ha rivelato che a Milano c'è un'agenzia che affitta nani da accompagnamento.
ti danno un nano da portare in giro a mò di cane, con tanto di guinzaglio.
motivo? lo stesso che muove le nostre azioni: distinguersi, farsi notare.
c'è chi va in discoteca coi nani al guinzaglio, chi parla male di tutti, chi frequenta le minorenni, chi si veste come uno schiattamuorto, chi si fa mille piercing e tatuaggi, chi uccide la famiglia, chi fa lo scemo dietro i cronisti del tg, chi descrive questi strampalati nel suo blog, etc.
anche il pianeta si sta scaldando per distinguersi.
Marco mi ha detto di aver saputo dei nani grazie al Grande Fratello, che finalmente ci ha lasciato qualcosa di significativo, se escludiamo culi, tette e tamarri.
a questo punto mi sono ricordato di quando trovai il sito di un'agenzia di attori nani. c'erano foto di nani vestiti da prete, frate, astronauta, rapper, cameriere, clown, pirata etc.
nessuno era vestito da Dio. e neanche da lattuga. forse dovevo cercare un sito di nani con la barba.

dopotutto questa settimana sembra meno inutile. ho passato una simpatica serata con Marco e Marco a parlare di nani.

ma finalmente è domenica e posso scrivere su facebook "che palle la domenica".

la giornata è bellissima e decido di portare Marti al Virgiliano.
il Virgiliano di giorno è un parco enorme e suggestivo, con tanto verde e una vista sul mare che fa invidia ai migliori panorami del mondo, anche se non ne ho mai visto uno.
il Virgiliano di notte è famoso perché in quella zona la gente ci va a chiavare, tappezzando le automobili di giornali.

sono le 17 passate e c'è un sole che fa sudare il sudore. quasi non eravamo più abituati dopo l'ultimo autunno-inverno-primavera. questo sole sembra quasi una benedizione, dopo mesi e mesi di pioggia: Napoli era diventata una specie di Londra coi tamarri. oggi invece il cielo è limpidissimo e tutti sono scesi per una passeggiata rilassante.
dopo tre quarti d'ora nel traffico di via Manzoni, è il momento di parcheggiare. peccato che la macchina di papà è lunga come un camion della munnezza.
primo giro e vedo un tizio vestito da panda che ci saluta.
motivo? forse è lì per distinguersi, forse lo pagano per essere preso per culo dai passanti, forse è ubriaco. chissà.
non trovo un posto a meno di un km dall'ingresso del parco e opto per il secondo giro. non mi dispiace ripassare davanti al tizio vestito da panda.

esistono agenzie di uomini-panda?
quanti nani dovrei fittare per riempire quel costume?
e se Dio fosse un panda?
che ci farebbe Dio al Virgiliano?
neanche il tempo di pensarci che trovo un posto vicinissimo all'entrata. ringrazio la buona sorte e il Dio panda.


Il Virgiliano. Luogo in cui si riuniscono famiglie, tossici e coppiette
dice il buon Silvano. che fa pure rima con Virgiliano.

ora non mi resta che sedermi sul pratone a non fare un cazzo con Marti, armati di birra e tabacco. una domenica di meritato riposo dopo una settimana di stressante nullafacenza.
mi guardo intorno cercando qualche viso conosciuto con cui scambiare due chiacchiere, quando ci imbattiamo in una coppietta di aspiranti punkabbestia: hanno uno yorkshire e bevono del vino troppo costoso, sui 3 euro a bottiglia. hanno ancora molta strada da fare.
quella coppietta di tossici sarebbe anche una famiglia se al posto di quel topocane al guinzaglio ci fosse stato un figlio, o un nano.

chissà se esiste un'agenzia che affitta figli da portare al parco.

non trovo nessuno che conosciamo e non ci sta sulle palle contemporaneamente. decidiamo di fermarci, quando sento "Cicciooooo!! Cicciooooo!!!".
sono Fiore, Sara e una loro amica: Federica. sono in vena di rime.
ci invitano a sederci con loro, quando Sara caccia una palla di marijuana dalle dimensioni di una lattuga, ma senza barba. poi arriva Silvano, quello che fa rima col Virgiliano, accompagnato da Daniele.
Fiore Sara Fede e Marti si dilettano nello sport preferito dalle femmine: parlar male di altre femmine. Fiore Sara Fede e Marti: che bello poter avere certi nomignoli bisillabi senza passare per ricchione. Silvano e Daniele ed io non riusciamo a tenere il passo ai loro dibattiti su quanto Arisa è un cesso mongoloide, perché non ce ne frega una mazza. la nostra attenzione ha un picco improvviso quando sentiamo le due parole magiche: "Paris Hilton".

Paris Hilton è il perfetto esempio per spiegare la differenza tra donne e uomini.
secondo le donne Paris Hilton è un'ereditiera ultramilionaria sciacquetta, col cervello di un cucchiaio bucato, che ha fatto qualche canzonetta per ragazzine e ogni tanto appare in televisione perché è bella, scema, ricca e famosa.
secondo gli uomini Paris Hilton è un'ereditiera ultramilionaria, senza cervello in quanto femmina, famosa in tutto il mondo per un video che la mostra mentre lo prende in bocca.

F: "è una scema però ho le canzoni sull'i-pod. sono simpatiche."
M: "ah! Paris Hilton! quella che fa i bucchini!!"

Silvano inizia a parlare con le ragazze. Daniele è steso e ogni tanto spara qualche perla come degli sporadici "Zucculòòòòò" indirizzati a Fiore senza una particolare ragione.
io mi distraggo e penso a facebook, forse perché mi sto divertendo troppo. ultimamente si portano i LIVING SOCIAL, una specie di top five del tipo "le 5 birre preferite", "cosa porti con te quando scendi di casa", "1allenatore,1portiere,1difensore,1centrocampista,1attaccante", "i 5 samurai" etc.
voglio crearne uno io, del tipo "1inglese,1francese,1tedesco,1napoletano,1barzelletta".

ieri ho fatto quello su 5cellulari che ho avuto nella mia vita. a parte gli ultimi 3 nokia, ricordo con affetto l'Ericsson gf788 e l'Ericsson t28, i cui software lentissimi e display minuscoli hanno tirato fuori le mie prime perle da bestemmiatore amatoriale.

il gf788 era l'unico telefonino piccolo di quella generazione, insieme allo StarTac. all'epoca ci si atteggiava col cellulare, anche solo mostrandolo. un amico di Positano, tale Ciro, mi chiese di fargli fare un giro (altra rima, Dio panda) col mio cellulare, neanche fosse una moto. Ciro era talmente gasato, o forse il cell era talmente piccolo rispetto al suo faccione, che appoggiò allo zigomo la parte che andava messa sull'orecchio. non si accorse di nulla e camminava per Positano urlando "prontoooooo! prontooooo!" col cellulare sullo zigomo e l'antennina che quasi gli cecava un occhio.
ora invece i tempi sono cambiati e ci si atteggia con palmari abnormi, che entrano a stento in uno zaino. oggetti scomodi e costosissimi di cui si sfruttano 10 funzioni su 3milioni. anni fa all'aumentare del prezzo diminuivano le dimensioni, ora invece pare che funzioni al contrario. ciò che non cambierà mai è la gara a chi possiede il telefonino più costoso, pure se somiglia a una lattuga senza barba né marijuana.

il t28 fu il mio primo cellulare con vibrazione: appena tirato fuori dallo scatolo, me lo misi sotto le palle e mi autosquillai. tutti l'hanno fatto almeno una volta, anche perché era l'unica cosa utile e divertente di un apparecchio creato dalle femmine per controllare i propri fidanzati.
si diceva che il t28 emettesse tante di quelle radiazioni da trasformare un nano in popcorn.
ora che so dell'agenzia milanese penso a gente che va a cinema con due nani ed esce con uno solo, gente che torna in agenzia con dei pop corn legati al guinzaglio ed altri possibili scenari.
meno male che non sono un nano.

quelli della mia età hanno vissuto l'intera evoluzione del cellulare: da quei mattoni stile radio della polizia, allo StarTac, ai nuovi costosissimi mattoni che ti fanno pure il caffè, allo Starbucks. mi ricordo che fecero pure la canzone da discoteca usando come base il rumore dell'interferenza dei cellulari, quel zèzèzè zèzèzè insopportabile.
ogni scusa è buona per fare una canzone da discoteca. anche una compilation di rutti potrebbe diventare una hit dell'estate. magari faccio una versione remix di una compilation di rutti di Lorenzo e altri amici che ho su un cd che masterizzai per la macchina.
ricordo che Gennaro mi istigava sempre, appena metteva piede nella mia vecchia Ka.
"metti il ciddì dei ruuuuuttiiiiiiiii!!!!!"
era un'ossessione la sua.
ogni volta, in sua presenza, inserivo questo cd e partivano rutti a volume infinito, nelle piazze di Sorrento popolate da fighetti. Gennaro si dimenava come un pazzo scatenato e noi tutti lo seguivamo a ruota, perché le sue risa non emettono suoni.
Gennaro ride senza ridere.
non so spiegarlo ma dalla sua bocca non esce niente, si sbatte e basta. uno spettacolo. avevamo le lacrime, più per la sua non-risata che per quei rutti da orco che si diffondevano in tutta la piazza.

chissà Gennaro quanto non-riderebbe davanti a un uomo vestito da panda che saluta fuori al Virgiliano.

credo di essermi perso in un labirinto di puttanate (tra facebook, cellulari, rutti e Gennaro che ride senza emettere suoni), quando le due paroline magiche mi tirano fuori da questo coma di pippe mentali.
faccio un balzo, come se mi avessero appena svegliato, ed esclamo:
"ah! Paris Hilton! quella che fa i bucchini!!"

un altro paio di sigarette e si fanno le 8 di sera: è ora di rompere le righe.
e di andare a pisciare.
ognuno prende la sua strada e io e Marti andiamo via, non prima di aver salutato l'uomo-panda.


.

2 commenti:

  1. ero io l'uomo-panda.
    Cmq un minuto di silenzio per la KA e la non-risata di Gennaro auauhuha

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  2. efahihiefahi

    ma infatti la foto te la volevo mandare e poi ti volevo citare nel racconto (del tipo "stavo per urlare CIAO ANTOOO, poi ho guardato le zizze e mi sono fermato")
    però era lunghissimo e mi sono dimenticato un sacco di fatti faehhifea

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